Teneri aliti di vento, superano le porte del tuo odio, scendi le tue scale, e mi troverai solo, ad aspettarti. Singoli giochi si ripetono senza fantasia, spigoli d'infinita tristezza accarezzano il mio spirito, lame spezzate di guerre perdute, e il tuo viso dimenticato ti grida nel vento della mia quotidiana guerra. Infiniti giorni in infinite battaglie, mute sofferenze al nulla raccontate, i miei occhi ti cercano e ti fuggono. Alto e profondo e' il mio intimo grido d'angoscia, eppure a te cantero' la mia pioggia. Ma quale parola sciogliera' l'incantesimo? E tu ridi e ti prendi gioco d'ogni cosa. Le parole sono preziose solo agli spiriti sofferenti. Fiumi ristagnano muti nelle penose sordita' della tua mente, ostacoli immobili, figli nati morti dai tuoi occhi lucenti, mentre al vento consegno la mia vita, e nella lotta imploro la mia fine. Esplosioni di chiusa emotivita' soffocano ogni mio istintivo bisogno di spiegarmi a te. E mi scopro a rinnegare una lacrima per non annegare nel mare che travolgerebbe la mia vana razionalita'. E cosi', cerco sul mio volto un convenzionale sorriso che neghi che di tutto potrei fare a meno tranne che d'un tuo abbraccio. E ti vengo a cercare collo spirito proteso oltre me, fermo ad ascoltare, nel folle tentativo di percepire, di cogliere la tua presenza. Se in un attimo di gioia potessi dimenticare me stesso e trovarti, ti abbraccerei fino a perdermi. Perche' cio' che cerco dalle notti fredde e nel vento forte e' la tua voce, il tuo pensiero mentre mi avvolge, mi consola, e mi chiama a perdermi. Perdonami... non ci sono strade in questo deserto. Spiriti di gatto, sfioriamo le persone cercando pensieri dal tocco felino; ci ostiniamo a scrutarli miagolando insicuri il nostro profondo. Gatti randagi, fissiamo la luna incantati; non per amore, non per timore, ma curiosi della fragile forza con cui strugge i nostri cuori. Spiriti felini, sempre soli, ci muoviamo nella notte sicuri delle stelle, incerti su noi stessi; osservatori silenziosi d'un mondo che non ci par nostro. Gatti sbandati, morti troppe volte, non abbiam paura di soffrire. Nel sangue, il coraggio di chi non ha nulla da perdere. E trai denti serrati, la stessa terribile paura quando vorremmo dire: "Ti amerei, se tu mi amassi."