LA SEDUTA SPIRITICA di Marco Bergamini "15 Marzo 1982 - GREEN BAY - Questa mattina, la polizia di Green Bay ha ripescato un'automobile nei pressi della scarpata che conduce al ponte sul Sunny River. Dai primi riscontri, la vettura apparterrebbe al candidato sindaco Mr. Paul J. Karson. All'interno, sono stati ritrovati i resti carbonizzati d'una donna e i documenti della signora Agostine Jannet, moglie di Mr. Karson. La strada che conduce al Sunny River e' da molti mesi interrotta a causa dei lavori di costruzione del nuovo ponte. Secondo gl'inquirenti, la signora Karson non s'e' accorta dell'impraticabilita' di quel tratto di statale e, nel vano tentativo di salvarsi dal tuffo nel fiume, ha cercato di fermare la vettura sbandando sull'asfalto viscido. E' da oltre cinque giorni che piove ininterrottamente. L'automobile e' precipitata nella scarpata e ha preso fuoco. Oggi, presso l'obitorio dell'ospedale comunale di Green Bay, avverra' il riconoscimento della salma." La porta del piccolo ingresso s'apri' di scatto. L'ex-sindaco di Green Bay, il favorito alle elezioni, il signor Karson, fece la sua entrata. La porta sbatte' dietro alle sue spalle. Rapidamente, raggiunse l'entrata del suo studio. Johnson, il suo segretario di fiducia, ripose il Green Bay Telegraph nel cassetto della scrivania. Attese che Karson avesse varcato la porta e poi, sbuffando, lo riapri'. Pochi secondi dopo, il ronzio dell'interfono riempi' il piccolo ingresso. "Ha bisogno, signor Karson?", disse con voce calma Johnson. "Annulla tutti i miei appuntamenti di oggi, non passare alcuna telefonata." Il segretario annui' col capo. "Per le cinque era previsto un incontro con la stampa, Mr. Karson. Annullo anche quello?" Seguirono alcuni secondi di silenzio, poi, gelida, giunse la risposta: "Si'. Annulla anche la conferenza stampa. Scusati con i giornalisti. Di' loro che quanto e' successo a mia moglie mi ha profondamente sconvolto. Prendi accordi per un altro incontro... tra una settimana. No... Di' loro, tra qualche giorno." "Provvedero' subito, Mr. Karson", disse. "E la prego di accettare le mie piu' sincere condoglianze." "La ringrazio, Johnson." Un discreto gracchiare indico' il termine della comunicazione. Il piccolo ingresso era molto luminoso ma non era nulla al confronto della piu' ampia sala in cui lavorava Karson. Nell'ingresso c'erano due lampade alogene e un quadro che rappresentava un mare tempestoso e una nave in balia delle onde, una pianta nell'angolo, un portaombrelli, un attaccapanni, e la scrivania di Johnson. Oltre la porta, nell'ufficio di Karson, c'era un'ampia vetrata da cui, a venticinque metri dalla strada, era possibile osservare la cittadina, le colline paludose dell'interno, e l'oceano. Opposta alla vetrata, una massiccia libreria conteneva imponenti testi d'economia e di politica. La scrivania di Karson poggiava su un costosissimo tappeto dagli sgargianti colori rossi, blu e gialli, intrecciati in fantasiose forme floreali. Sulla parete contrapposta all'entrata, un enorme quadro raffigurava i padri dell'Unione intenti a firmare la Dichiarazione d'Indipendenza. Quando Karson sedeva alla sua scrivania poteva vedere facilmente il quieto paesaggio oltre la vetrata. Ma, quel giorno, quel paesaggio lo faceva stare male. Per quanto i giornali scandalistici avessero sempre cercato di screditarlo, il suo matrimonio con Agostine era stato l'affare piu' pulito della sua vita. Amava Agostine. L'amava oltre ogni misura. L'amava al punto d'aver diviso con lei il suo immenso patrimonio. E lei lo aveva sempre ricambiato con l'affetto che si richiede ad una moglie fedele. L'attenzione di Karson si poso' sul telefono. Istintivamente sollevo' la cornetta e compose sulla tastiera il numero diretto del capo della polizia di Green Bay. "McKenna", rispose la voce all'altro capo della linea. "Sono Paul, Phil", mormoro' Karson con voce calma e chiaramente scossa. "Hai scoperto qualcosa?" McKenna tossi'. "Per Dio, non ancora... Lo so che volevi molto bene a quella santa donna di tua moglie. Stiamo facendo l'impossibile ma abbiamo bisogno di tempo." "Quale tempo...", grido' Karson. Le sue parole furono udibili anche da Johnson che sollevo' per un istante gli occhi dal Green Bay Telegraph. "Ve lo dico io... Vi dico io chi e' stato... E' stato quel bastardo di Wilson. Vuole farmi ritirare dalla campagna elettorale. Usa i suoi metodi da mafioso. Cosa aspetti ad indagare sul suo conto? Eh, diavolo! Cosa aspetti a sbattere in galera quel bastardo?" McKenna, come per compensare il tono concitato di Karson, abbasso' la voce. "Paul, non e' cosi' facile. Non abbiamo prove che sia stato Wilson. Non abbiamo prove nemmeno per dimostrare che si sia trattato d'un omicidio. Hai letto il Green Bay Telegraph di questa mattina? Bene, e' tutto quello che sappiamo sul caso... Accetta un mio consiglio, lascia perdere la storia di Wilson... Sai benissimo che se non fosse possibile provare le tue affermazioni lui potrebbe denunciarti per diffamazione... E allora, addio nomina..." "Lo so. Lo so. Non farmi la predica McKenna." Karson riattaco' seccamente. Non riusciva a lavorare, non poteva starsene fermo mentre Wilson tramava chissa' quale altra diavoleria contro di lui. Forse la sua politica non era stata sempre limpida, ma, accidenti, quando mai la politica e' stata pulita? Certo era, pero', che egli non aveva mai combattuto le proprie battaglie con le armi della illegalita' brutale. Ora, invece, quel giovane aspirante sindaco, quel macchinista da quattro soldi cresciuto tra gli scali ferroviari dello Stato, aveva esagerato. Aveva proprio esagerato. Karson prese tra le mani la fotografia della moglie. "Amore mio... Perche'? Perche' sei morta? E' colpa mia! Non dovevo... Non dovevo trascinarti nella mia lotta contro quel manigoldo. E' la feccia... E' la feccia e deve essere eliminata. Ha corrotto tutti i livelli dell'amministrazione comunale, ha invaghito la gente di questo paese con la sua parlantina demagogica. Ma tu... Tu non dovevi morire... Sara' difficile poter vivere senza te. Perche' quando tornavo a casa distrutto sapevo che c'eri tu, e anche questo schifo aveva un senso. Ora, nulla ha piu' significato. Valeva la pena finche' tu eri li'. Quando mi stringevi, quando cercavi quei vestiti strambi per farmi ridere; quando ti sedevi accanto a me mentre, di notte, lavoravo; quando, dopo le nostre vittorie cantavamo e gridavamo. Era sufficiente la tua presenza per fare di me un uomo felice." "Quando moriro' cerchero' di contattarti dall'altro mondo." Karson sobbalzo' sulla sedia. Gli era tornata in mente quella frase mormorata piu' volte da Agostine. Allora, lui ci aveva riso. Ora, invece, sentiva il bisogno di crederci e di non lasciare intentata alcuna via. Premette il pulsante che attivava l'interfono. Il ronzio disturbo' molto Johnson che era impegnato a confrontare i risultati delle corse. "Ha bisogno, Mr. Karson?", rispose con voce atona. "Si'. Fai mettere questo annuncio su tutti i giornali dello Stato e della Federazione." Poi, comincio' a dettare... "16 Marzo 1982 - GREEN BAY - Riportiamo qui di seguito l'annuncio richiesto da Mr. Karson al nostro giornale dando ad esso il maggior rilievo possibile: - Cinquemila dollari di ricompensa saranno offerti a chiunque sara' in grado di mettersi in contatto con lo spirito di Agostine Jannet, mia moglie. In fede, Paul John Karson.-" Johnson ripiego' il giornale. "Hai capito? Mi ha fatto mettere questo annuncio su tutti i giornali della contea e anche su quelli dello Stato e della Federazione." Segui' la risposta dall'altro capo della linea. "Certo... E' impazzito... La morte della moglie..." Johnson annuiva. "Si'. Si'. Lui l'amava molto..." Sorrise. "Certamente. E' tutto vero. La moglie l'ha sempre tradito ma lui... Sai, quando uno non vuole credere a certe cose..." La porta si apri'. Karson entro', passo' attraverso l'ingresso, entro' nel suo ufficio chiudendosi la porta alle spalle. "Devo lasciarti", disse ridacchiando. "E' entrato adesso." Ci fu la risposta poi riattacco' il ricevitore. Pochi istanti dopo, il ronzio dell'interfono riempi' l'ingresso. Johnson premette sul pulsante che attivava la comunicazione. "Ha bisogno di me, Mr. Karson?", disse. "E' arrivata posta, Johnson?", rispose la voce impaziente di Karson. "No. Non c'e' posta." Segui' un breve silenzio. "Mi raccomando, provveda a consegnarmi immediatamente ogni comunicazione." Johnson sorrise. "Non si preoccupi, Mr. Karson. Provvedero' affinche' cio' avvenga puntualmente." "Grazie Johnson." La comunicazione s'interruppe. "17 Marzo 1982 - GREEN BAY - Proseguono a rilento le indagini relative alla morte della signora Agostine Jannet, moglie del candidato sindaco Mr. Karson. Da fonti ben informate abbiamo saputo che il commissariato di Green Bay sta vagliando la possibilita' di considerare il caso d'omicidio. Si tacciono ancora i nomi dei possibili sospetti. Intanto, il signor Karson ha promesso una ricompensa a quanti riusciranno a parlare con la defunta moglie." Johnson ripose accuratamente il Green Bay Telegraph nel cassetto. Raccolse la corrispondenza. "Quasi quasi gli scrivo anch'io", commento' tra se' e se'. Busso' alla porta dell'ufficio di Karson. "Avanti", rispose la voce all'interno. Johnson entro'. Depose le buste sulla scrivania. Lentamente, usci'. Eppure, fu convinto di vedere con la coda dell'occhio Karson che apriva con avidita' la prima lettera. Ma dovette chiudersi la porta alle spalle. "Egregio Mr. Karson, in risposta al suo annuncio, visto il suo interesse per il mondo del paranormale, mi sono messa in contatto con Azazel, il mio spirito guida. Egli mi ha comunicato che Agostine sta bene, che gia' gode della luce, che la saluta e le augura di continuare nel suo lavoro perche' crede in lei e l'aiutera' sempre. Sono sicura di poter contattare direttamente M.me Agostine. Se la puo' interessare la prego di telefonarmi a questo numero..." Lesse ad alta voce il numero di telefono. La firma: "Madame Marcelle, occultista." Karson, sorrise scuotendo la testa. Cestino' la lettera. Apri' la successiva e ricomincio' a leggere. "Egregio Mr. Karson, le forze del male posseggono lo spirito di sua moglie. Io solo posso liberarla. Il mago Morikor." Straccio' la lettera e ne lascio' cadere i frammenti nel cestino. La successiva era scritta di pugno con una calligrafia calma e rotonda; diceva: "Egregio signor Karson, il mio nome e' Michel Garison. Ho letto il suo annuncio e ho cercato di contattare lo spirito di sua moglie. Capisco che lei possa non credere a quanto le diro', perfino io stento a capire. Le mando questa lettera perche' compredo il suo amore per sua moglie. In ogni caso, non intendo accettare la sua ricompensa. Questo e' il messaggio che ho percepito, per me non ha senso, forse lei ne comprendera' il significato: - Anpse. Jp cpoptdo opne atbtjoo. -" Le sue mani cominciarono a tremare. Come dietro ad una finestra annebbiata dalla pioggia, la sua vista divenne indistinta. Senti' un lungo brivido correre lungo la pelle. Prese un foglio di carta bianco lasciando cadere goffamente altre pratiche. Decifro' il messaggio. "Amore. Io conosco il nome del mio assassino", lesse ad alta voce. Grido' dalla gioia .Johnson sobbalzo' sulla sedia. S'alzo' con un pezzo di carta e s'avvicino' alla porta per origliare. Karson lesse l'indirizzo sulla busta.Usci' di corsa. Johnson finse di raccogliere il foglio che aveva in mano. Ma all'altro non interessava. "Invita la stampa per domani mattina. Ho un importante annuncio da fare", grido' con tono felice. Imbocco' l'uscita e spari' dalla vista. "Si', signor Karson", rispose Johnson centellinando le parole. "18 Marzo 1982 - GREEN BAY - Novita' all'orizzonte circa il caso Jannet. Questa mattina, Paul Karson, ex-sindaco di Green Bay avra' un incontro con la stampa. Voci ben informate fanno risalire questa notizia al precedente annuncio fatto sui giornali. La moglie parla dall'oltretomba? Ha rivelato il nome del suo assassino? E, se anche fosse, che valore avrebbe una simile rivelazione di fronte alla legge?" Johnson compose il numero sulla tastiera. "Ciao", disse sorridendo. L'altra voce lo assali'. "Certo che so di chi si tratta. Non sono mica uno sciocco." Rimase in silenzio attendendo la risposta. "Si'. Ho il nome. Ma questa volta voglio di piu'." Sorrise. "No. Mille dollari non bastano.Che ne dici di cenare insieme?" Attese. "E' sempre un piacere parlare con te... Certo, al solito posto..." Riattacco' il ricevitore. Karson era andato direttamente all'indirizzo della busta ed era entrato nell'appartamento del sensitivo. S'era aspettato una scenario da film dell'orrore. S'era preparato a vedere un ambiente scuro, pesanti tende di panno nero, sfere di cristallo, carte da divinazione, fumi di incenso, palandrane da apprendista stregone, libri magici pseudoantichi. Invece, l'abitazione in cui fu introdotto era arredata secondo uno stile sobrio, luminoso, confortevole. La prima impressione che quel posto gli fece fu di ordinaria normalita'. Anche il suo abitante sembro' sin dall'inizio un uomo ordinario, privo di qualunque particolarita'. Soprattutto, estraneo alle messeinscene tipiche dei ciarlatani. Fin dal principio, Karson penso' che Michel Garison fosse una persona onesta. "E' riuscito ad interpretare il messaggio della sua Agostine?", chiese Garison, sembrava essere sinceramente interessato. "Si', ci sono riuscito", rispose Karson. "Come ha fatto?" "Ebbene, tutti sanno che conobbi Agostine all'universita' di Miami; entrambi frequentavamo la facolta' di giurisprudenza. Nessuno sa, pero', che entrambi condividevamo la conoscenza d'un codice segreto con cui ci scrivevamo; le nostre lettere non dovevano essere chiare alle nostre famiglie. Agostine... Come dire, non era una moglie adeguata al rango sociale della famiglia dalla quale provengo. Stupidaggini d'altri tempi... Era il 1945, eravamo poco piu' che adolescenti. Credevo che Agostine avesse dimenticato questa particolarita' perche', dopo il matrimonio, non ne parlammo piu'." "Ed invece se ne e' ricordata..." "Gia', e' cosi'." Garison si volto' verso il buffer. "Gradisce qualcosa da bere?" "No, grazie." Sorrise. "Se non le dispiace io prendero' uno scotch. E' sicuro di non volerne?" "No grazie, non bevo." Garison alzo' le spalle. "Spero non sia a causa della politica..." Karson si limito' a ridacchiare. Il medium si preparo' la bevanda e ritorno' nella stanza. "Allora, per quale ragione e' venuto da me? Non ha l'aria d'una persona che crede a certe cose." L'ospite divenne serio. "E' vero. Non ci cred ancora del tutto." "E allora perche'..." "Perche' potrei essermi sbagliato." "Vuole una dimostrazione, dunque." "Mi piacerebbe davvero." Garison poso' il suo bicchiere sul tavolino tra lui e l'altro. Ando' alle finestre e creo' con le tende un'atmosfera di penombra. "Non staro' molto lontano. L'oscurita' mi serve a favorire la mia concentrazione. Lei vedra' benissimo quanto accade in questa stanza. Quando vengo -posseduto- da uno spirito non sono piu' io quindi non si stupisca se mi sentira' parlare con la voce di sua moglie. Non sto a spiegarle come questo avvenga, ma e' cosi'." Garison s'appoggio' allo schienale della poltrona. Socchiuse gli occhi. Poi, parlo' con la voce rotta dalle lacrime. Karson usci' felice. Aveva le prove. Agostine era stata uccisa da Wilson. "18 Marzo 1982 - GREEN BAY - Un eccezionale avvenimento ha scosso ieri la tranquilla cittadina di Green Bay. Paul J. Karson, probabile nuovo sindaco, ha accusato, di fronte alla stampa, il suo piu' diretto concorrente, Mr. Wilson, di aver concorso all'omicidio della moglie Agostine Jannet. Le prove di quanto detto proverrebbero dalla stessa Agostine che, attraverso un medium, avrebbe rivelato il nome del suo assassino. Ricordiamo che la testimonianza post-mortem potrebbe essere accolta da un tribunale sulla base d'un precedente simile accaduto in Virginia nel 1978. Per quanto riguarda l'identita' del sedicente medium, il signor Karson ha preferito non fare nomi ma voci molto attendibili ci hanno comunicato che si tratta del signor Michel Garison. Il passato di ques'uomo, oscuro alla maggior parte della cittadinanza, si e' rivelato quanto mai movimentato. Disertore durante la Seconda Guerra Mondiale, ha vissuto vagando per gli Stati Uniti trasferendosi d'anno in anno in quasi tutti gli Stati della Federazione. Ufficialmente esercita la professione di musicista, ma nessuno sa dove egli abbia effettivamente suonato. Siamo molto scettici circa le reali possibilita' medianiche di questo signore. Assisteremo anche noi, venerdi' prossimo, alla sua prestazione. Assicuriamo sin d'ora i nostri lettori che non ci lasceremo prendere per il naso. Qualcosa ci induce a pensare che il signor Karson stia progettando un tiro scorretto per gettare discredito sul suo possibile successore. Staremo a vedere." Ogni giorno Karson frequentava per piu' ore Garison. Ogni giorno di piu', si convinceva delle sue capacita' medianiche. La voce che usciva dalla sua bocca corrispondeva esattamente a quella di Agostine. Non poteva essere un millantatore. Non esistevano registrazioni di quella voce e le sue domande erano troppo personali. Garison dimostrava di conoscere aspetti della vita privata di Agostine e suoi che non erano mai stati rivelati a nessuno. C'era nel carattere di quell'uomo una sicurezza e una sincerita' disarmante. Cosi', sebbene la logica del materialismo negasse un simile avvenimento, Karson comincio' a credervi e, a sua insaputa, a condividere una sensazione d'affetto per quell'uomo. Karson provava per Garison l'amore che provava per Agostine in virtu' d'una sorta di transfert. Ed, in fondo, quando il medium cadeva nello stato di trance, solo il suo corpo non si trasformava. Per il resto, la voce, le movenze, i gusti e gli interessi, erano quelli di Agostine. "23 Marzo 1982 - GREEN BAY - Questa sera, alle venti, il signor Garison ci dara' prova delle sue doti medianiche facendo apparire lo spirito di Agostine Jannet, moglie defunta dell'ex-sindaco di questa citta', Paul J. Karson. La notizia ha avuto una tale rilevanza da attirare anche i giornalisti delle testate piu' importanti dello Stato e della Federazione. Sara' presente anche la televisione con un collegamento speciale sul canale CNN." C'erano davvero tutti. E tutti aspettavano l'evento del secolo: l'apparizione in diretta dello spettro di Agostine. Alle otto fu creato il silenzio. Furono spente le luci e accesa una flebile lampada rossa per garantire le riprese alla CNN. Garison sedeva comodamente nella sua poltrona. Karson gli stava accanto. Di fronte a loro s'accalcavano, in religioso silenzio, i giornalisti e i milioni di cittadini dell'Unione. Alle otto e quattro minuti la voce di Garison muto' di timbro e d'intensita' e divenne la voce di Agostine. Un mormorio percorse la sala ma subito fu ricondotto al silenzio. "Cara, ci sei?", chiese Karson. Come se stesse parlando da molto lontano, la risposta arrivo' debole e lenta. "Si'... Ci sono, amore mio", disse. "Come stai?", si premuro' di sapere l'uomo. "Ho freddo... Fa sempre molto freddo qui. Ed e' buio. Molto buio." Karson ebbe un tremito involontario del corpo. "Non avere paura, Agostine. Ti tratterremo solo per poco. Poi, potrai ritornare alla luce." "Non mi dispiace stare qui. Ci sei tu... Nella luce non c'e' nessuno." Karson si porto' una mano agli occhi. "Senti la mia mancanza, amore?" Ci fu un attimo di silenzio. "Si'. Sento moltissimo la tua mancanza. Sono sola. Sono da sola. Vorrei che tu fossi con me." La voce era tremante. "Non temere. Io ti amo. Adesso che conosco quest'uomo verro' sempre a parlarti." "Percepisco la presenza di altre persone, Paul." "Si', Agostine. Ci sono altre persone qui. Vorrei che raccontassi anche a loro cosa avvenne il giorno della tua morte." La voce tacque. "Devo? Sai che mi procura dolore ricordare l'attimo della mia morte." "Per favore, Agostine, fallo per me." Lo spirito s'assento' un attimo. "Va bene", mormoro'. "Quel pomeriggio tornavo a casa da Tampa", esordi'. "Era una giornata calda e luminosa nonostante la pioggia. Lungo la strada vidi un ragazzo che faceva l'autostop per Green Bay, lo feci salire a bordo. Percorremmo qualche chilometro in silenzio poi gli chiesi se stava andando a Green Bay a trascorrere le sue vacanze. Con vivo stupore mi disse che stava andandoci per lavoro. Gli chiesi allora dove avrebbe lavorato ma lui non mi rispose. All'altezza del ponte sul Sanny River voltai a destra. Dopo due chilometri mi disse che stava andando a Green Bay perche' doveva uccidere una persona. Notai che aveva la mano nel suo zaino e quando la vidi ricomparire il ragazzo impugnava una pistola." La voce di Agostine s'interruppe. "Cosa successe poi... Ti prego, cara. Racconta cosa avvenne in seguito." "Parlare mi procura dolore. Ricordare quel giorno mi allontana dalla luce, mi fa sentire piu' intensamente il freddo di questo luogo." "Te ne prego..E' l'ultima volta che ti chiedero' di farlo." "Va ben, amor mio." Segui' un breve silenzio. "Avevo paura, ogni mio muscolo tremava. Il ragazzo mi punto' la pistola al fianco e mi disse di fermare la vettura. Obbedii. Mi disse che doveva... Non posso continuare." "Continua. Fallo per me..." "Mi fece scendere dall'automobile, mi intimo' di seguirlo nella boscaglia che circonda la statale. Nascosti tra gli alberi nessuno vide quando egli sollevo' la pistola e l'appoggio' alla mia fronte. Piangevo, disperatamente lo imploravo di non sparare, di non uccidermi... Non farmi continuare." "Devi... Devi..." "Mi fece spogliare. Poi... Morii." Karson socchiuse gli occhi. Mormoro': "Ti disse chi gli aveva ordinato di ucciderti?" La voce si fece attendere un poco prima di rispondere. "Si'. Lo disse." "Chi e' stato?" "Non farmelo dire." "Devi..." La voce tremo'. "Il ragazzo disse: - Questo e' da parte di tuo marito, Paul John Karson. - Poi, sparo'." Il silenzio calo' di piombo nella stanza. Karson strinse le spalle di Garison gridando: "Non e' vero. Non e' vero. Perche' hai detto questo? Perche'? Perche' l'hai fatto." Ma la voce di Agostine ripete' distintamente il nome di suo marito e scomparve per sempre. Karson gridava al complotto. Scuoteva il corpo di Garison come fosse stato un fantoccio di pezza. I giornalisti prima, la polizia dopo, corse ad immobilizzarlo. E tutta la Federazione vide Karson portato via a forza gridare: "Non e' vero. E' una congiura. E' stato Wilson. E' stato Wilson." Poi, lo vide caricato su un'autoambulanza sparire nella notte. Quando il silenzio e la calma furono tornate nella sala, Garison riemerse dalla trance. Lentamente, s'alzo' dalla poltrona. Chiuse la porta che i giornalisti, inseguendo la loro preda, avevano lasciato aperta. Accese la luce nella sala. S'incammino' con molta calma verso il buffer. Riempi' due bicchieri di scotch. Si diresse verso una porta, la spalanco'. Agostine Jannet sorrise. Usci' dallo stanzino. Prese il suo bicchiere di scotch, lo fece tintinnare con quello di Garison e poi, entrambi, scoppiarono in una fragorosa ed interminabile risata. "24 Marzo 1982 - GREEN BAY - Il fantasma di Agostine, che doveva servire ad accusare il probabile prossimo sindaco Wilson, ha raccontato, ieri sera, una versione dei fatti per nulla coincidente con quella anticipataci in questi giorni dal signor Karson. Alla fine della seduta, la signora Agostine ha accusato esplicitamente suo marito d'uxoricidio. Karson, portato in ospedale in uno stato d'evidente eccitazione nervosa sara' dimesso questa mattina. Tra qualche giorno la Corte Giudiziaria della Florida stabilira' se e' opportuno intervenire sul caso Agostine Jannet." Johnson rispose alla voce al telefono. "No, non si e' ancora visto. Non credo che sia andato a casa questa notte. E chi lo sa dov'e' ora... Certo che e' una grande fregatura..." Il silenzio interruppe momentaneamente la frase. "Eh certo! Adesso che ci sono in ballo queste accuse, la campagna di rielezione di Karson e' definitivamente saltata..." Sorrise. "No, non e' che mi importi molto di lui. Capisci, ben presto dovro' levare le tende e cercarmi un nuovo posto di lavoro." Fu ancora silenzio, per qualche attimo. "Certo. Certo che mi ricordero' di te... Dovunque andro'. Promesso. Sei stata fantastica..." Johnson ridacchio'. "Ciao amore." Riattacco' il telefono. In quell'istante, Karson fece il suo ingresso. Il suo viso non era rasat; puzzava d'alcol e vestiva in modo disordinato. Attraverso' l'ingresso, entro' nel suo studio sbattendo la porta. Si sedette alla scrivania. Scrisse una breve lettera dove ripete' di non essere l'assassino di Agostine. Si slaccio' la cravatta, sposto' la scrivania, ci sistemo' sopra una poltroncina; annodo' la cravatta al lampadario, si passo' l'altro capo intorno al collo, si mise in piedi sulla sedia; con un colpo la fece cadere oltre la scrivania; agito' le gambe e le braccia nell'aria, perse i sensi; il corpo divenne immobile. Si scopri' sdraiato sulla scrivania ad osservare quell'uomo che penzolava sopra di lui. Senti' Johnson bussare alla porta, prima debolemente, poi con piu' forza. Scese dalla scrivania. Vide Johnson entrare e fermarsi sulla soglia. Anche Karson guardo' quel vecchio corpo pendere privo di vita mentre, lentamente, sospeso, ruotava. Johnson s'avvicino'. Karson gli fu vicino. Entrambi guardavano il cadavere; Johnson perche' non aveva mai visto un suicida, Karson perche' non aveva mai visto il proprio corpo da quella angolazione. Il segretario s'accosto' al telefono. Compose il numero della polizia. Denuncio' l'accaduto. Poi, usci' dalla stanza. "Sono morto", mormoro' incredulo. "E sono vivo", aggiunse constatando la propria capacita' di pensare e di percepire la propria esistenza. "Sono uno spettro, allora e' vero", concluse tra se'. S'approssimo' alla porta. Cerco' di stringere la maniglia; inutilmente, la sua mano l'attraversava. Cerco' di toccare la porta e, facendosi coraggio, con un passo l'attraverso'. Guardo' Johnson accalorarsi al telefono. "E' morto. Come in che modo? Credi che l'abbia ucciso io? Si e' ucciso. Si e' impiccato." Karson lascio' Johnson discutere con Annette Morrison del Green Bay Telegraph, attraverso' il muro e fu sul pianerottolo. Scopri' di non poter usare l'ascensore; supero' la finestra e sprofondo' lentamente nell'aria fino al marciapiede. Poi, spari'. "26 Aprile 1982 - GREEN BAY - Ieri sera, l'ex-sindaco Paul John Karson, si e' ucciso impiccandosi nel suo ufficio. I motivi di tale gesto dovranno essere ricondotti all'omicidio Agostine Janet di cui Karson, il marito, era indiziato." Michel Garison poso' il giornale sul tavolino. "Ti piaccio?", aveva detto Agostine entrando nella stanza con un vestitino attillato. "Come sempre", aveva risposto Garison. Agostine s'era lasciata cadere tra le sue braccia. "Un piano perfetto, il tuo." "Il nostro, vorrai dire." Agostine si schermi'. "Oh, io ho fatto cosi' poco..." "Hai fatto moltissimo, invece. Con i soldi di tuo marito potro' intraprendere una nuova carriera musicale. Faremo soldi a palate." "Farai, io sono ufficialmente morta." "Gia'..." Resto' per un po' in silenzio. "Agostine, ti ringrazio davvero d'avermi aiutato a dirlo; non sapevo se ne sarei mai stato capace da solo. Vedi, il mio progetto non si esauriva con la morte di tuo marito..." "Cosa intendi dire?", chiese Agostine cercando di svincolarsi dall'abbraccio di Garison. "Intendo dire che un milione di dollari sono troppo pochi per due persone." Garison le strinse le mani intorno al collo. "28 Aprile 1992 - GREEN BAY - Il grande musicista Michel Garison si esibira' questa sera all'auditorium di Green Bay. Garison puo' definirsi il primo creatore del new-classic style. Le sue opere fanno largo impiego di strumenti musicali antichi e di melodie degne della corte viennese di fine ottocento. Ma non tutti sanno che Garison abito' presso la nostra cittadina circa dieci anni or sono prima di trasferirsi a Miami e di dar vita, da li', alla sua formidabile ascesa nel mondo della musica." Garison poso' il giornale sul sedile accanto. Erano davvero passati dieci anni da quando aveva provocato il suicidio di Paul John Karson ed era stato l'artefice dell'omicidio della moglie, Agostine, dopo averla fatta credere da tutti deceduta in un incidente stradale. Ora, a bordo della sua Mercedes, correva lungo la statale che lo riportava a Green Bay. Garison era vivo. Non poteva sapere che, sul sedile posteriore della sua vettura, stavano a guardarlo, divertiti, gli spiriti delle sue vittime. Il ponte sul Sunny River era quasi terminato. Un segnale indicava la necessaria deviazione a destra, lungo la provinciale. Ma Garison guardava il cielo che mai era stato cosi' azzurro, e non fece caso a quel segnale. Fu sfortunato perche', quel giorno, uUn operaio aveva dimenticato aperto il percorso al ponte. Cosi', Garison non volto' alla deviazione. "29 Aprile 1992 - GREEN BAY - E' morto ieri mattina Michel Garison, famoso musicista. L'autore di -Opera buffa per un Arlecchino- e di -Fantasmi- ha imboccato accidentalmente la strada che conduce al ponte sul Sunny River. La costruzione, ancora in fase di ultimazione, e' aperta sul fiume. La Mercedes di Garison e' sprofondata nelle acque del Sunny River. Per l'artista non c'e' stato nulla da fare." I fantasmi di Paul Karson e di Agostine Jannet scomparvero lo stesso giorno.